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lunedì 18 aprile 2022

Incontro

Vent’anni dopo
mi lancio dalla scogliera
per un tuffo nel brivido 
di una sconfitta dal sapore aspro
vittima d’ una frivola vittoria.



Paradosso di una Vittoria Amara

Ci sono momenti nel nostro passato che non ci abbandonano. Non sbiadiscono in un ricordo nebbioso, ma rimangono lì, come scogliere a picco sul mare della nostra memoria. E a volte, dopo anni di apparente quiete, sentiamo un impulso irrefrenabile di tornare su quella scogliera, non per guardare il panorama, ma per tuffarci di nuovo.

La mia poesia, "Incontro", descrive esattamente questo: un confronto tardivo e volontario con un fantasma del passato, un "incontro" con il brivido di un evento la cui vera natura si è svelata solo con il tempo.

"Vent'anni dopo": Il Peso del Tempo e il Gesto Estremo

La poesia si apre con un salto temporale enorme: "Vent’anni dopo". Questa non è una reazione a caldo, ma un atto meditato, carico del peso di due decenni. Un evento accaduto vent'anni prima è rimasto così potente, così irrisolto, da richiedere un gesto tanto estremo. Il tempo non ha lenito la ferita, l'ha forse solo nascosta, rendendo necessario questo ritorno consapevole.

Il gesto stesso, "mi lancio dalla scogliera", è una metafora di una violenza e di un coraggio quasi disperati. La scogliera è il presente sicuro, il punto di osservazione maturo da cui si guarda il passato. Lanciarsi non è scivolare, ma un atto di volontà. È la decisione di abbandonare la sicurezza del presente per immergersi di nuovo nel caos di un'emozione antica, di affrontare il rischio di annegare in un dolore mai superato.

Il Paradosso del Sentimento: Un "Brivido Aspro"

Per cosa ci si lancia? "per un tuffo nel brivido". Il poeta non cerca la pace o la dimenticanza, ma il "brivido", la sensazione pura e originaria di quel momento. Questo svela la natura quasi ossessiva del ricordo: un evento così intenso da creare una sorta di richiamo, un'eco potente che continua a vibrare anche dopo vent'anni.

Ma la natura di questo brivido è subito chiarita: è il brivido "di una sconfitta dal sapore aspro". Non è l'adrenalina dell'eccitazione, ma il fremito del dolore. Il sapore "aspro" descrive un'amarezza che non è mai andata via, un'acidità che ancora brucia sulla lingua della memoria. Il tuffo è un atto masochistico, un toccare la ferita per sentire se duole ancora. E la risposta è sì.

La Vittoria Frivola: Sciogliere l'Enigma del Passato

L'ultimo verso è la chiave di volta che illumina l'intera poesia e ne svela il paradosso più profondo. Tutta questa sconfitta amara è il risultato di essere stati "vittima d’ una frivola vittoria".

Come si può essere vittima di una vittoria? Questo ossimoro racconta una storia di profonda saggezza acquisita con l'età. Vent'anni prima, il poeta ha "vinto" qualcosa. Ma quella vittoria era "frivola": superficiale, vana, priva di reale valore.

  • Forse è stata la vittoria in una discussione che ha distrutto un'amicizia.
  • Forse è stato l'aver conquistato l'attenzione di qualcuno per poi ritrovarsi più soli di prima.
  • Forse è stato l'aver avuto ragione a tutti i costi, dimostrando un punto ma perdendo la stima o l'affetto di chi contava.

La "vittoria" era quella percepita dall'ego immaturo di vent'anni prima. La "sconfitta", invece, è la perdita reale, quella che si è compresa solo dopo, la perdita di qualcosa di infinitamente più prezioso: un legame, la pace interiore, la propria integrità. Con la maturità dei vent'anni dopo, il poeta capisce di essere stato vittima non dell'avversario, ma della propria stessa, futile, vittoria.

Un Incontro per Capire

"Incontro" è il racconto di una catarsi. È il disperato bisogno di riconciliare ciò che si è sentito allora con ciò che si è capito oggi. Il tuffo dalla scogliera è un tentativo di fondere questi due momenti, di spiegare al giovane sé stesso la natura della sua vittoria di Pirro e di dare finalmente un nome a quella sconfitta che ha continuato a bruciare per così tanto tempo.

È un incontro coraggioso con i propri errori, con la propria immaturità passata, e con la dura verità che alcune delle nostre più grandi sconfitte sono quelle che, un tempo, abbiamo stupidamente scambiato per vittorie.

Abbiamo tutti una "vittoria frivola" nel nostro passato, un momento in cui abbiamo "vinto" perdendo qualcosa di più grande? E avremmo il coraggio, vent'anni dopo, di tuffarci di nuovo in quel brivido per capirne il sapore?


~mia.

sabato 8 gennaio 2022

Fiamma

Come ogni giorno
suona la sveglia
ed il mio cuore in festa
accende il motore
in preda la frenesia
di condividere con Lei
un Espresso.
Come d’ abitudine
accade,
gentilmente
saluto il commesso
pagando
due deliziosi caffè.
Dal mio solito posto,
entra frettolosa
perdendosi
nell’ effimero
amaro caffè 
come il fiammifero
effimero
che velocemente
brucia.


I Piccoli Riti che Accendono il Cuore

La nostra vita è scandita da piccole abitudini, gesti ripetuti che, giorno dopo giorno, diventano l'ancora della nostra quotidianità. Ma cosa succede quando uno di questi riti si carica di un'attesa speciale? Succede che una semplice sveglia può dare il via a un "cuore in festa" e un caffè può diventare l'orizzonte di un'intera mattinata. La mia poesia "Fiamma" nasce proprio da questa scintilla. È una poesia sull'amore moderno, che esplora la dinamica tra l'entusiasmo dell'attesa e la realtà fugace di un incontro. In questa analisi della poesia vedremo come un gesto semplice come condividere un Espresso possa contenere tutta la dolcezza della speranza e l'inaspettata amarezza di un istante che brucia troppo in fretta.

Il Motore del Cuore: L'Entusiasmo della Routine

La prima parte della poesia è un'ode alla gioiosa anticipazione. La routine non è noia, ma un terreno fertile per l'entusiasmo. La metafora del "cuore in festa" che "accende il motore" è potente: trasforma un'emozione in un'azione fisica, quasi meccanica, una forza propulsiva che mette in moto l'intera giornata. L'oggetto di questa "frenesia" non è un evento epocale, ma un piccolo, prezioso rito: "condividere con Lei un Espresso". La maiuscola su "Lei" eleva la sua figura, la rende il centro di questo universo mattutino. La meticolosità del rito prosegue con l'acquisto di "due deliziosi caffè", un dettaglio che cementa l'idea di condivisione e di un piacere che, nella mente del poeta, è già perfetto. Questa è una poesia sull'attesa nel suo stato più puro e ottimista.

L'Amaro Sapore dell'Effimero: La Svolta della Poesia

La svolta emotiva arriva nell'ultima strofa, cruda e fulminante. La scena cambia prospettiva e si carica di una malinconia sottile. Il poeta osserva "dal mio solito posto", un dettaglio che sottolinea la sua costanza, la sua fedeltà a quel rito. Ma l'arrivo di Lei rompe l'incantesimo. Entra "frettolosa", una parola che cozza violentemente con la paziente attesa del poeta. Non c'è condivisione, ma un perdersi solitario nel caffè. E qui, la percezione del caffè stesso cambia radicalmente: da "delizioso" diventa "effimero" e "amaro". L'amarezza non è più solo nel gusto, ma nel sentimento, nella delusione. È il cuore di una poesia sulla delusione amorosa, quella che nasce non da un grande tradimento, ma da mille piccole disattenzioni. Il finale è una sentenza: il caffè, e per estensione l'incontro stesso, è "come il fiammifero effimero che velocemente brucia".

Il Simbolismo del Caffè e della Fiamma

Per comprendere appieno questa poesia breve d'amore, dobbiamo analizzare i suoi due simboli cardine.

  • Il Caffè: È il teatro dell'incontro, il catalizzatore di speranza e delusione. All'inizio è una promessa di calore e condivisione. Alla fine, diventa lo specchio della realtà: un piacere fugace, un liquido scuro in cui perdersi per un attimo prima di correre via, lasciando dietro di sé un retrogusto amaro. Rappresenta il significato del caffè nelle relazioni moderne: un pretesto per vedersi che a volte si svuota del suo stesso significato.
  • La Fiamma (il Fiammifero): Questo è il simbolismo della fiamma più malinconico. Non siamo di fronte a un falò che scalda e dura a lungo. Siamo di fronte alla fiamma di un fiammifero: intensa, brillante, ma destinata a spegnersi in pochi secondi. "Lei" è quella fiamma. La sua presenza è un lampo che illumina la giornata del poeta, ma è troppo breve per scaldarlo davvero, lasciandolo con il fumo di un desiderio appena acceso e già estinto. È la metafora perfetta per un amore non corrisposto o, più sottilmente, per un amore vissuto a velocità diverse.

L'Amore al Tempo della Frenesia

"Fiamma" è una poesia che cattura con precisione una sensazione profondamente contemporanea: amare qualcuno che vive a un ritmo diverso dal nostro. È il racconto della dedizione silenziosa che si scontra con la fretta, della speranza che ogni giorno si accende per poi, a volte, spegnersi troppo in fretta, proprio come una fiamma. Ci lascia con una domanda sospesa nell'aria, densa come l'aroma di un caffè amaro.


 ~mia.

Un Arrivederci, Non un Addio: Nuove Ali per le Nostre Storie!

Cari lettori, eccoci arrivati a un momento speciale, un crocevia nel nostro percorso qui sul blog con dominio personalizzato. Con un po'...